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Asura’s Wrath: primo DLC e prima imbeccata sui prossimi (e saranno un sacco)

Dovrebbe essere disponibile a partire da oggi il primo di una serie di DLC che riguardano il nuovo titolo Capcom uscito il mese scorso. Trattasi di un capitolo aggiuntivo che si pone tra l’undicesimo e il dodicesimo, e presenterà il noto incontro tra il dio a 4 braccia e Ryu di Street Fighter.

Bene. Metto a corredo anche un video e vi invito a resistere alla visione fino alla fine, quando sembrano apparire le date di uscita dei prossimi DLC e sono una quantità preoccupante. Meno male che il gioco me l’ha regalato il fratello Doc23, poichè ho come l’impressione che, come già fatto presente tra le pagine di questo blog, anche dal Giappone hanno fiutato l’affare DLC e ci dovrò spendere sopra una fortuna.

Non è ancora chiarissimo se tale DLC aggiungerà ulteriori obiettivi, anche se sembrerebbe di no. Buono, se si è a caccia di achievements è un acquisto che si potrebbe bellamente evitare.

Asura’s Wrath: timori al day-one

In data odierna (oggi 24/02/2012) esce “Asura’s Wrath”!

Attendo questo titolo da parecchio, ne sono stato attratto fin dalle prime immagini, quando poi ho visionato i trailer mi sono detto: ” Eccolo qui, il capolavoro che non ci si aspetta!”

Ero veramente contento di vedere un gioco d’azione come si deve, con un personaggio che mostra già un carattere in pochi secondi di filmato, un’ambientazione curata, nemici esagerati, un design veramente accattivante e scene di combattimento epiche, dei veri scontri tra Dei!

Inizio perciò a segnarmi sul calendario la data di uscita, cosa che faccio di solito per quei titoli che reputo doveroso giocare.

Passano i mesi ed un amico/coautore di questo blog mi avvisa che sul live è uscita la demo giocabile. “Bella lì!”

La scarico e me la gioco tutta… mmhh… personaggio fantastico, nemici incredibili, bell’ambientazione, c’è anche dell’azione ma personalmente non sono riuscito a godermela a pieno visto i QTE (Quick Time Event) da fare ogni tre colpi.

Ne parlo con gli amici, che come me avevano provato la demo, ed arriviamo alla conclusione che nella demo è stato inserito il combattimento con due boss e perciò il numero elevato di QTE inseriti è dovuto alla loro presenza, ma che probabilmente per i nemici comuni diminuiranno rendendo perciò più action le battaglie.

Giro un pò su internet, su forum e altri blog che parlano dei titoli xbox in uscita ed inizio a leggere, legata al gioco in questione, la definizione “gioco sperimentale”… nessuna esauriente spiegazione a riguardo, ma mi da la sensazione che nell’esperimento la cavia sarò io…

Passa qualche giorno ed il ricordo della demo mi lascia comunque un’ottima sensazione ed un rinnovato desiderio di metterci sopra le mani.

Qualche giorno fa esce la notizia che stanno già preparando il primo dlc e (!!! Fulmine a ciel sereno!!! ) sarà una sorta di picchiaduro dove Asura dovrà vedersela con (spoiler: aprite il menù a tendina qui accanto): Leggi il resto di questa voce

Japan hates us all: descrizione.

Sicuramente a tutti voi è capitato, almeno una volta nella vita, di giocare almeno ad un titolo proveniente dal Giappone. Mi riferisco ai vari Final Fantasy, Street Fighter, Ninja Gaiden e la lista potrebbe andare avanti all’infinito. Dobbiamo molto all’industria dei videogame nipponica, se non tutto: probabilmente, senza la loro ispirata visione del videogaming, staremmo ancora giocando con quelle due fottute asticelle su schermo verde.

Premetto anche che io non amo particolarmente i titoli “Made in Japan”. Sono pigro. Lo ammetto.

Il luogo comune più diffuso è: gioco giapponese = gioco difficile e, dalla mia esperienza, ormai quasi ventennale, è un luogo comune fottutamente azzeccato. Ogni titolo orientale è un casino mostruoso, un concentrato di bestemmie fotoniche e joypad incastonati nel muro. La carogna che sale giocando ad alcuni titoli è troppo anche per il giocatore più smaliziato e le cose, per il completista malato di mente, sono addirittura da ricovero per convulsioni e/o attacchi di isterismo. Millare, per dire Ninja Gaiden, è un privilegio di pochissimi, selezionati eletti. Personalmente non ne conosco nessuno. Giocare online (e ottenere i relativi obiettivi) a Street Fighter 4, specialmente se si ha la sfiga di beccare un avversario giapponese, è semplicemente impensabile: neanche il tempo di premere un tasto e il nostro ano sarà divelto senza gentilezza. Millare Devil May Cry 4 è impresa più divina che eroica. Cercare di mantenere un contegno di fronte all’assurda difficoltà di Dark Solus è a livelli di disagio mentale preoccupante.

Tutto vero, tutto collaudato.

Ma la vera domanda è: sono i giapponesi ad essere fuori di testa o siamo noi, con il tempo e con l’età a diventare dei super nabbi?

I giocatori di vecchia data avranno sicuramente in mente i vecchi giochi anni 80 – 90. Quelli si che erano davvero giochi con cui impazzire. La difficoltà media in quel periodo era davvero mostruosa. Se avete qualche dubbio, scaricatevi dal Live la “Game Room”, una mirabolante raccolta di giochi arcade d’epoca. Vi sfido a giocare per due ore di fila senza avere la schiuma alla bocca.

Provando questi giochi ci si rende immediatamente conto di quanto la difficoltà media di un titolo si sia abbassata con gli anni. A ben vedere, i game nipponici sono gli unici che hanno mantenuto un livello di sfida costante durante gli anni, rimanendo fedeli al concetto che per finire un gioco, bisogna guadagnarselo. Ancora peggio, se vuoi millare un titolo Made in Japan devi essere pronto a sputare sangue per svariate centinaia di ore.

IO NO. Si fottano i 1000 G se ogni volta che mi accosto ad uno di questi titoli, devo far partire scatole di Xanax come fossero Zigulì. Preferisco stare nel mio comodo orticello occidentale, costellato di giochi medi per l’uomo medio, senza necessariamente andare a scadere nei vari titoli per bimbiminchia, tristemente giocati da ultra trentenni per ringalluzzire il gamerscore.

In definitiva: Giappone, ti stimo e apprezzo in egual misura ma non fai per me.